Abolizione Imu prima casa 2016: come cambia il mercato immobiliare
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha recentemente dichiarato che, a partire dal 2016, sarà effettiva l’abolizione Imu prima casa, così come quella della Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), situazione che potrebbe incentivare molte persone ad accendere un mutuo per acquistare un immobile da adibire ad abitazione principale.
Quali sarebbero però gli effetti sulle casse dei Comuni? Vediamo assieme qualche informazione in merito, partendo dai dati dell’Agenzia delle Entrate.
Abolizione Imu sulla prima casa: gli effetti sulle casse comunali
Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate riguardanti la situazione del 2014, l’abolizione Imu prima casa comporterebbe per le casse comunali un taglio degli introiti pari a 4 miliardi di euro annui.
In che modo sarebbe possibile recuperare questi soldi? Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha toccato anche questo aspetto parlando della manovra fiscale e affermando che tali cifre verrebbero restituite alle amministrazioni locali direttamente dallo Stato, senza però ufficializzare la modalità di erogazione delle risorse.
Soppressione Imu prima casa: il problema della mancanza di progressività
Parlare dell’abolizione Imu prima casa rende necessario soffermarsi su quello che è un problema effettivo relativo alla tassazione sugli immobili, una voce fiscale che è presente in tutto il mondo.
Un’anomalia tipica italiana è però la mancanza di equità e progressività: parliamo di una situazione in cui le prime case sono già quasi tutte esenti dall’Imu e dove la tassa riguarda soprattutto gli edifici annoverabili nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (fabbricati di lusso, ville e castelli).
Abolizione Imu prima casa decreto: chi ne beneficerebbe davvero?
Il risultato del ragionamento è quindi automatico: a beneficiare dell’eventuale abolizione Imu prima casa non sarebbero le famiglie che hanno acquistato un’abitazione grazie ad anni di grossi sforzi economici, ma i proprietari d’immobili caratterizzati da un alto valore finanziario.
Ritorna così l’aspetto dell’equità e la necessità di studiare un sistema fiscale che tenga conto dell’effettivo numero d’immobili dei quali un cittadino è proprietario, senza parlare genericamente di “prima casa”.
Abolizione Imu prima casa 2016: i dubbi di Nomisma
Sono stati numerosi i dubbi sollevati in merito all’opportunità dell’abolizione Imu prima casa e fra i tanti si possono citare quelli di Nomisma, l’istituto che da più di 30 anni si occupa di monitorare la situazione del mercato immobiliare italiano.
Secondo gli esperti di questa società, l’eventuale manovra non comporterebbe effetti decisivi sul rilancio dei consumi – si parlerebbe di uno sgravio effettivamente modesto, pari a 17 euro al mese per due terzi delle famiglie – dando invece la possibilità ai proprietari d’immobili di pregio di avere a disposizione un risparmio ben più consistente, pari cioè a circa 2.000 euro annui.