Crisi greca: quali sono gli scenari per il mercato mutui?
Mutui: i rischi con la crisi greca
La crisi greca ha gettato per qualche settimana i mercati nello scompiglio, soprattutto in quei momenti caratterizzati da una perdita di fiducia e dalla convinzione che un accordo tra ellenici e creditori sarebbe stato lontano. Lo scompiglio ha coinvolto anche le borse, ma non erano in pochi a temere una ripercussione anche sul fronte della “finanza minuta”, ossia del credito alle famiglie e alle imprese. Insomma, l’allarme sui mutui è scattato parecchie volte.
E invece, calma piatta. Almeno fino a questo momento. Anche perché alla fine l’accordo tra Grecia e Troika (che ora vengono chiamate “istituzioni”) c’è stato, sebbene a grandi linee. Tanto è bastato a placare i mercati e a rimandare a data da destinarsi qualsiasi turbolenza, sia sul fronte borsistico che su quello creditizio.
Mutuo: la situazione di Euribor ed Eurirs
A ben vedere, il capitolo mutui non presenta grandi elementi di preoccupazione, anzi. La stressa al credito si è andata via via ammorbidendo, anche perché i tassi di interesse si sono abbassati notevolmente. E’ una questione, ovviamente, che riguarda i tassi Euribor ed Eurirs. I primi disciplinano i mutui a tasso variabile, i secondi regolano i mutui a tasso fisso. Ebbene, sono molto bassi, praticamente ai minimi storici. L’Euribor viaggia addirittura in territorio leggermente negativo (-0,02 per quello a tre mesi). L’Eurirs si attesta invece a 1,63 per quello a 20 anni.
Eppure c’è da chiedersi: come mai i mutui non hanno subito nessun impatto? Le borse si sono dimostrate molto sensibili. Quella di Atene è stata addirittura chiusa, mentre quelle europee hanno fatto segnare spesso dei negativi importanti. Certo, non c’è stato alcun crollo, anche perché il mercato ha sempre dimostrato una certa fiducia in un esito felice dei negoziati.
Il motivo per cui il mercato creditizio è sopravvissuto indenne alla crisi semplice è semplice, e può essere riassunto con un nome: Mario Draghi. Il merito va al governatore della Bce, che è stato capace, con illuminati interventi di politica monetaria di porre sopra all’Europa del credito un efficace ombrello. Questo ombrello altro non è che il Quantitative Easing.
L’allentamento monetario, che si traduce in una ingente immissione di liquidità attraverso l’acquisto di titoli di Stato, ha compresso i rendimenti, e quindi ha spinto al ribasso anche i tassi di interesse ai quali le banche si scambiano il denaro, tra i quali spiccano proprio gli Euribor e gli Eurirs (che insieme agli spread formano gli interessi dei mutui).
Prima ancora, ad abbattere gli interessi dei mutui è stata un’altra mossa, questa volta più canonica: l’abbassamento dei tassi di riferimento, tutt’ora al minimo storico da quando la Bce è in campo.